Un’isola dimenticata, ormai deserta. Quattro donne decise a scoprire il suo segreto. Una quinta, decisa a fermarle a ogni costo. Perché ciò che nasconde l’isola è un dono che potrebbe trasformarsi in una maledizione ed è arrivato il momento che nessuno possa più usarlo.
La trama: Patrizia ha fatto un errore, in gioventù. E gli errori si pagano, sempre. In un momento di debolezza si è confidata con le sue migliori amiche. Ha svelato il suo segreto. Sono passati molti anni da allora, si è sposata, ha divorziato, ha pure un figlio grande, eppure il momento è arrivato. Deve rimediare a quell’errore, a ogni costo. Perché loro stanno andando là, nell’isola. Quelle amiche che non vede più da molto tempo, con cui non ha più rapporti. Loro ricordano ancora, hanno bisogno di ciò che l’isola può dare. Un dono che in realtà è una maledizione, la peggiore che possa esistere. Deve riuscire ad arrivare in tempo, prima che compiano qualcosa di irreparabile. Perché in quella maledetta isola nessuno deve più vivere, ma soprattutto, e questo è imperativo, nessuno deve più morire.
Il tema dell’immortalità mi ha sempre affascinato (e come me penso anche tantissimi altri) e mi sono sbizzarrito a interpretarla in molti modi. Ne sono un esempio romanzi come Uno, La prigione e soprattutto La porta sul nulla. In questo libro propongo un concetto di immortalità completamente diverso, strizzando l’occhio al Shangri-La dell’Orizzonte perduto di James Hilton.