In quella vecchia miniera abbandonata ha edificato la sua dimora. In quelle buie gallerie prospera. È ovunque, domina il paese. Decide che debba vivere e chi morire. Il suo nome è Morte e forse non è solo una leggenda.
La trama: Roberta, presentatrice televisiva, torna dopo vent’anni nel paesino di montagna dove ha trascorso la sua infanzia, per partecipare al funerale del padre. È sua intenzione restare solo poche ore, ma una piena del fiume ha travolto l’unico ponte, sommergendolo. Prigioniera suo malgrado, non può esimersi dall’affrontare i ricordi, ma soprattutto gli incubi. Francesco, l’ex-ragazzo che ha abbandonato, Claudia, la migliore amica, poi diventata acerrima nemica. Soprattutto fare il conto di chi non c’è più. Di tutti quelli che sono morti nel corso degli anni. Tante morti, troppe morti, al punto che in paese si mormora che la Morte stessa abbia scelto Picconero come sua dimora. Suo padre ne era convinto, poco prima di uccidersi. Ma è stato davvero un suicidio? Roberta le è sfuggita, vent’anni prima, ma ora ha commesso l’errore di tornare, la Morte esige il suo tributo. Mentre le persone che le sono più vicine continuano a morire in modi inspiegabili, Roberta si rende conto che non le è rimasto molto tempo per scoprire chi sta cercando di annientarli, perché sarà lei la prossima vittima.
Un thriller suggestivo, che ha nell’ambientazione il suo punto di forza. Un paesino tra i monti, sovrastato da un’immensa diga, costeggiato da un fiume, con un unico ponte a collegarlo alla civiltà. Una miniera abbandonata che nei secoli è cresciuta in modo spropositato, al punto che le sue gallerie hanno traforato tutti i monti circostanti. Un incidente che isola gli abitanti, lasciandoli preda di una furia omicida.